Kumite Stampa
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Mercoledì 28 Aprile 2010 08:18

Il kumite (combattimento a coppie), è la principale fonte di malinteso nei confronti del karate, che viene spesso inteso come una barbara pratica di violenza, dove due o più contendenti si percuotono con ferocia brutale.  
In realtà anche questa specialità non è esente dal codice di valori abbondantemente approfondito nelle pagine precedenti.
Come le altre pratiche del karate, anche il kumite deve essere appreso per gradini, esistono infatti varie forme intermedie che permettono al principiante di acquisire via via le conoscenze e competenze necessarie per eseguire il jyu kumite (combattimento libero).
Certo anche durante il kumite l’atleta è chiamato a mostrare kime, ma questo non significa che debba avere l’obiettivo di ferire l’avversario. Al contrario è richiesto un buon controllo della tecnica, che consiste nel fissare convenzionalmente l’obiettivo della tecnica pochi millimetri prima rispetto a dove danneggerebbe l’avversario.
Tenuto conto di queste premesse è facile capire che, in realtà, i timori di quei genitori che aborriscono l’idea che il figlio possa praticare Arti Marziali, immaginando che rischi di essere malmenato o peggio ancora di imparare a praticare la prepotenza verso gli altri bambini, sono del tutto infondati.
Esperti di Psicologia dello Sviluppo hanno, invece, messo in evidenza come anche la pratica del kumite abbia molteplici risvolti positivi nello sviluppo psicofisico del bambino. Il fatto che si svolga a coppie fa si che il bambino debba continuamente adattare le proprie azioni a quelle dell’avversario, deve cioè modificare continuamente e rapidamente le azioni che intende compiere in base al feedback proveniente dall’esterno e acquista consapevolezza di come questo sia a sua volta influenzato da un feedback che egli stesso produce. È quella citata una abilità indispensabile dal punto di vista relazionale, poiché in assenza si questa non è possibile alcuna forma di relazione. Inoltre il fatto che nel kumite sia presente, seppur in misura limitata, il contatto fisico è molto utile ai fini dello sviluppo nel bambino di una buona capacità di relazione e di interazione con l’altro